L’omeopatia, che vanta già due secoli di vita, è nata grazie agli studi del suo fondatore, il Dott. S. Hahnemann. Traducendo testi di materia medica, costui intuì il comportamento del chinino e ideò un’ipotesi che sperimentò in seguito su se stesso, per poi effettuare i medesimi esperimenti su altri soggetti volontari.
Hahnemann notò che il chinino usato come rimedio nei malati di malaria provocava i medesimi sintomi della malattia nelle persone addette alla produzione della sostanza.
Nella stessa maniera sperimentò altri principi attivi ricavati sia dal mondo vegetale che da quello animale e minerale.
Definita “medicina alternativa” o “non convenzionale”, l’omeopatia non si oppone allo stato di disequilibrio o alla patologia, come avviene nelle normali cure allopatiche, bensì “ascolta” il corpo riequilibrandolo.
L’omeopatia agisce sull’organismo considerandolo energia e unità che consta di membrane di ioni, positivi e negativi, suscettibili a variazioni inducibili e riequilibranti.
La considerazione globale di mente, corpo e ambiente che caratterizza le terapie omeopatiche è il motivo per il quale esse sono considerate ancora oggi uno dei più innovativi e raffinati metodi di cura.